Parliamo del libro:”Bastoncino”

Venerdì ho condotto l’ultimo incontro del teatro delle emozioni, era un appuntamento speciale perché oltre i bambini hanno partecipato i genitori.

Tengo molto agli incontri in cui i genitori partecipano attivamente perché credo che siamo momenti preziosi in cui si può creare una bella sintonizzazione emotiva, anche se per 50 minuti o poco più.

Essendo il 22 dicembre ho creato un laboratorio sulla storia: “Bastoncino” di Giulia Donaldson e Axel Scheffler, edito da Emme Edizioni.

E’ una bellissima storia  sul Natale.

Il protagonista è il Signor Bastoncino che un brutto giorno si allontana dalla sua famiglia: composta da una moglie e dai suoi 3 bastoncini.

Il distacco avviene contro la sua volontà.

Durante il suo viaggio incontra numerosi personaggi che non lo capiscono,  non lo ascoltano e lo usano.

Incontra anche dei personaggi che cercano di aiutarlo ma senza successo.

 

Lui continua a lottare per tornare a casa..

Durante la notte del 24 dicembre quando orami è esausto e inizia a perdere la speranza di riabbracciare i suoi cari, aiuterà un personaggio fantastico incastrato in un camino.

Salverà Babbo Natale, che dopo aver consegnato tutti i doni, lo riporterà dalla sua famiglia.

E vissero tutti felici e contenti!

 

Perché mi ha colpito questo libro?

  1. E’ un racconto di Natale diverso dai soliti.
  2. Parla della forza di volontà.
  3. Parla della gratitudine.
  4. Parla del perdono.
  5. All’interno si trovano tutte le emozione: paura, rabbia, tristezza, sorpresa, gioia…
  6. Parla dell’amore.

Ho scelto questo libro perché era ricco di spunti.

Le famiglie che hanno partecipato Venerdì, la Vigilia di Natale, metteranno nel camino o fuori dalla porta il Signor BASTONCINO così aiuterà Babbo Natale ad entrare in casa loro.

Nelle foto potete vedere il mio Signor Bastoncino che è pronto ad aiutare Babbo Natale ed a tornare dalla sua famiglia.

 

 

parliamo del libro: “Mi vorrai sempre bene mamma?”

L’importanza di dire ai bambini che gli vogliamo bene

“…ti racconto un segreto…”

Nel 2017 il tempo scorre molto veloce, ci sono un sacco di cose da fare e a volte non ci ricordiamo di esprimere le emozioni ai nostri figli.

Questo libro tratta tematiche molto interessanti:

  • l’affetto che lega i genitori ai figli
  • la vicinanza/ presenza
  • la mamma vuole bene al suo bambino quando:
    • è felice,
    • è arrabbiata,
    • quando il bambino l’ascolta oppure no,
    • quando il bambino la stupisce oppure quando richiede la vicinanza e il suo aiuto,
    • quando è il momento delle coccole oppure dello scontro,
    • quando sono insieme oppure quando sono lontani,
    • quando il bambino è coraggioso oppure no,
    • quando il bambino ubbidisce oppure no.

Riprendendo la parte la parte finale del libro:

“….il mio segreto è che ti voglio bene tutti i giorni e te ne vorrò sempre”.

Se riusciremo a sintonizzarci con i nostri figli permettermi a loro di sviluppare una consapevolezza emotiva.

Per questo è fondamentale condividere le emozioni con loro, raccontandogliele con un linguaggio a misura di bambino.

Comunicare in modo empatico permette ai bambini di acquisire sicurezza e diventare autonomi.

Cercare di creare una basa sicura, quindi una buona relazione con i propri figli, è un buon obiettivo a lungo termine che i genitori possono perseguire giorno dopo giorno.

Questo libro è un buono strumento.

Mi raccomando leggetelo con sincerità e attenzione.

Se volete approfondire come leggere un libro a vostro bambino vi lascio il link dell’articolo che lo spiega:

leggere un libro a un bambino, perché?come?piccole istruzioni“.

 

 

 

 

Parliamo del libro: “la tua vita sarà meravigliosa”

          Quando ti guardo

e tu mi guardi

penso a quello che sarai,

alle cose che farai….

ARGOMENTI TRATTATI IN QUESTO LIBRO:

#vicinanza #amore #genitori #figli #futuro #positività #vita #pensieri positivo #sicurezza #mi fido di te #tenerezza #supporto

Emily Winfield Martin ci presenta con le sue parole  un tenero dialogo tra i genitori e il loro bambino.

Le parole sono accompagnate da semplici immagini che lasciano emergere la grandezza e la forza del messaggio dell’autrice.

Penso che questo libro possa essere un momento in cui condividere con i propri figli un grande messaggio che è :

“Starò vicino a te, sempre. Ti vedrò crescere. Ti vedrò provare tante cose. Sarò al tuo fianco e sarò fiero di te”.

Nella quotidianità può essere difficile esprimere tutto questo ma i bambini per creare una base sicura hanno bisogno di sentirsi supportati.

Ci saranno dei momenti dove ci faranno arrabbiare perché per esempio non ci avranno dato ascolto ma il lavoro del genitore sarà quello costruttivo di spronare il bambino a farlo la prossima volta.

Anche se a volte è molto semplice chiudere la pratica dicendo “non ascolti”. Un genitore che usa una frase di questo genere non aiuta il figlio a comprendere come mai non è riuscito a stare a quanto stabilito.

La vicinanza emotiva è fondamentale per la crescita dei bambini, bisogna sintonizzarsi con loro e cercare di comprendere dai loro comportamenti quello che stanno provando e perché.

Questo libro permette di dire ai figli che i genitori sono sempre al loro fianco e che qualsiasi cosa succeda saranno presenti e cercheranno di sostenerli in tutto.

Se questo libro fosse come una medicina lo catalogherei come un  RICOSTITUENTE PER AUMENTARE LE DIFESE IMMUNITARIE.

 

 

 

 

Associazione Calimera

Associazione-Calimera

Era l’anno scorso quando io con le mie due amiche Valentina e Giulia Marzani , due artiterapeute, abbiamo deciso di fondare un’ associazione culturale operativa sul territorio di San Donato Milanese.

Da dov’è partita questa idea che ha comportato giorni di studio per scrivere lo statuto e l’atto costitutivo, innumerevoli gite all’agenzia delle entrate…e non commenterò mai queste gite.

L’idea che abbiamo avuto è che l’associazione Calimera possa essere un contenitore per tante iniziative che siano proposte da noi o da altri e che vadano a promuovere attività di carattere culturale al fine di attivare i cittadini non solo di San Donato Milanese ma anche dei comuni adiacenti rispetto a scopi di tipo sociali come:

  1. Stabilire rapporti personali capaci di educare e far crescere i cittadini in situazioni dì particolare disagio soggettivo e sociale;
  2. Prestare attenzione verso situazioni di bisogno presenti sul territorio;
  3. Promuovere la solidarietà sociale mediante l’offerta di interventi psicologici e psicoterapeutici alla popolazione, mettendo a disposizione un servizio che ricollochi al centro la relazione tra l’individuo e il mondo in cui vive.
  4. Promozione di iniziative di sensibilizzazione ed incontri di formazione ed attività a carattere educative e di cura, per una maggior consapevolezza del proprio ruolo sociale (genitoriale, professionale, ecc).
  5. Attività culturali, tavole rotonde , convegni, conferenze, congressi, dibattiti, mostre, borse di studio inchieste, seminari, istituzioni di biblioteche, proiezione di film e documenti culturali o comunque di interesse per i soci.
  6. Iniziative ricreative: teatro e trattenimenti musicali sia da parte dei soci che di compagnie e complessi esterni, trattenimenti di attività ricreative in genere, proiezione di film e documentari rivolte a favore die soci, di terzi e degli ospiti dei centri istituiti e gestiti dall’Associazione;
  7. Attività associativa: incontri e manifestazioni tra soci e terzi al fine di provvedere alla raccolta e all’elaborazione di dati di esperienze e di informazioni riguardanti gli scopo dell’Associazione e stabilire e mantenere rapporti con le associazioni e società scientifiche il cui ambito di interesse abbia attinenza specifica  con le promozione delle risorse, il disagio, i disturbi della persona e il benessere della famiglia.
  8. Attività di formazione: corsi di preparazione e perfezionamento rivolti alla scienza della comunicazione verbale e non verbale, organizzati a favore di soci e cultori delle materie trattate, nonché enti pubblici o privati; costituzione di contatti e gruppi di studio o ricerca.
  9. Attività sportive: promozione di attività sportive e creazione di gruppi sportivi nei settori più congeniali agli scopi dell’associazione.
  10. Centro diurno: conduzione e gestione di uno o più centri per lo studio e la promozione delle risorse umane attraverso le arti terapia e più in generale le tecniche di comunicazione non verbale con verifica delle metodologie applicate.
  11.  Promozione del volontariato: sensibilizzazione dei soci verso diverse tipologie di volontariato che seguono le richieste del territorio.

VI ASPETTIAMO…Seguite le nostre iniziative anche sulla pagina di Calimera

Oppure su Facebook

Alla ricerca del mio clown

 

misstrilli

foto di Juan Carlos Marzi
http://www.juancarlosmarzi.com

Ho iniziato a fare il clown nel 1998 per gioco e alla fine eccomi qua.

Il mio percorso ha dato vita a MissTrilli un simpatica personcina che ha un caratterizzo tutto pepe.

MissTrilli mi ha insegnato molto e mi ha aiutato ad affrontare quelli che potevano essere i miei limiti, rendendomi più forte e consapevole.

Lavorare sul proprio personaggio clown è in percorso individuale che permette di raggiungere una maggior consapevolezza sulla propria persona.

Lecoq (2001) afferma che : “la ricerca del proprio clown si rivolge innanzitutto nella ricerca del proprio lato ridicolo…l’attore non deve calarsi in un personaggio prestabilito (Arlecchino, Pantalone), ma scoprire la parte clownesca esistente in noi

Secondo Pierre Byland quando una persona inizia a interpretare il proprio clown, il naso rosso permette di fare uscire dall’individuo le sue fragilità e le sue ingenuità.

Il clown permette alla persona di sentirsi libera, perché questa figura ha la possibilità di fare tutto ciò che vuole, proprio per questo motivo il lavoro sul proprio personaggio clownesco permette di far affiorare dei comportamenti personali insospettati.

Lecoq (2001) continua su questa linea sostenendo che la scoperta di queste fragilità personali potrà essere trasformata in forza teatrale.

Bano Ferrari, Carlo Rossi e Luigi Melesi (2006) approfondiscono quanto detto da Lecoq, affermando che la ricerca del nostro clown partirà dai ricordi di quando eravamo bambini capaci di assaporare  ogni momento con stupore e meraviglia.

Il carburante che permetterà a questo motore di muoversi sarà la CURIOSITÀ‘, intesa come un istinto che nasce dal desiderio di sapere che guiderà la nostra ricerca in noi stessi permettendoci di acquisire nuove conoscenze e una maggiore consapevolezza.

L’ingrediente segreto sarà il concentrarsi sul NON GIUDIZIO DI NOI STESSI, un grande esercizio che risulta a volte molto difficile.

MissTrilli clown

 

Nel corso degli anni, nelle corsie degli ospedali ho incontrato tantissimi bambini con le loro famiglie e le loro storie.

Entrare nella loro vita, per quanto mi riguarda, lo considero un privilegio, perché quel momento verrà ricordato da loro come un momento magico in un contesto poco bello.

Matematicamente parlando:

bambino + clown = MAGIA……e basta!!!!

 

 

 

Bibliografia:

LECOQ J. (2000), Il corpo racconta, Milano, Ubulibri

BANO, CARLO, LUIGI a cura di V. Chiari (2006) , Il corpo racconta, Arese (MI). Centro Salesiano San Domenico Savio Editore

 

 

 

Gravidanza: “sarò MAMMA!”

gravidanza_mamma_pancia

Con la frase “sarò MAMMA!” inizia un percorso caratterizzato da innumerevoli domande ed emozioni.

La gravidanza è un percorso individuale e di coppia composto da diversi appuntamenti.

Ogni settimana la vita cambia, è come una tappa.

Il cambiamento è all’ordine del giorno. 

 La gestione del cambiamento è un bel lavoro.

Un vecchio detto dice :  Ogni gravidanza ha la sua usanza”.

Questo permette di soffermarci sul fatto che ogni donna dovrebbe cercare di concentrarsi sul suo corpo, senza farsi prendere troppo da ciò che succede intorno a lei.

Molte persone….le consiglieranno qualcosa ….le chiederanno molte cose a cui non ha ancora pensato e a cui non ha risposta.

Il lavoro della futura mamma è rimanere centrata su di lei, su quello che sente, come lo sente.

Deve provare ad ascoltarsi.

Semplice a dirsi, a volte impossibile a farsi.

Nel mese di Luglio l’onore di diventare mamma è capitato anche a me.

Durante la mia gravidanza ho letto il libro di Raphael-Leff  dal titolo La gravidanza vista dall’interno” .

Tra le pagine ho trovato una frase che racchiude come io ho vissuto le miei 41 settimane:

Quanto alla gravidanza  quello che ho dentro è un essere benvenuto e sono felice che ci sia. Sono io che l’ho invitato, sento che ha preso il controllo in maniera creativa, non invasiva. Il bambino non mi fa richieste irragionevoli, è una sensazione benevola. Sono sempre più legata a questa creatura che si muove dentro di me, e osservo anche come risponde alle cose. Ma non voglio fantasticare troppo, a rischio di rimanere delusa: questo bambino è una persona con le sue risposte e con una personalità, che sono sinceramente curiosa di conoscere. Non voglio introdurre le mie aspettative personali, è meglio aspettare e stare a guardare e vedere come si sviluppano queste qualità nel corso del tempo.”

 

 pancia

Da psicologa posso affermare che la gravidanza e il parto sono momenti ad alto contenuto emotivo, la donna non solo deve sopportare il dolore fisico ma deve gestire un importante carico emotivo.

Molti parlano delle mamma ma i papà come stanno?

Il futuro papà vive le emozioni quanto la futura mamma, è importante quanto lei. I papà  possono essere  abili e saggi. Possono supportare la mamma e il nuovo arrivato. Hanno piacere a conoscere il loro bambino ed è giusto che loro possano prendersi il tempo per imparare, per sbagliare e per conoscere il loro bambino.

Quando nasce un bambino, nascono insieme a lui due genitori.

E’ importante il lavoro di squadra, sarà utile che coppia cerchi di affrontare giorno per giorno le nuove sfide legate al nuovo percorso intrapreso.

E’ ovvio a volte sarà dura, ma la fatica è ben ricompensata.

 

Il diritto di essere bambino o adolescente in ospedale

ospedale-bambini

Con questo articolo vorrei farvi soffermare sui diritti dei bambini o adolescenti che vengono ricoverati in ospedale per periodi più o meno lunghi.

INTRODUZIONE

    1. Il bambino ha diritto al godimento del massimo grado raggiungibile di salute.
   2. Il bambino ha diritto ad essere assistito in modo “globale”.
    3. Il bambino ha diritto a ricevere il miglior livello di cura e di assistenza.
    4. Il bambino ha diritto al rispetto della propria identità, sia personale che culturale, ed al rispetto della propria fede religiosa.
    5. Il bambino ha diritto al rispetto della propria privacy.
    6. Il bambino ha diritto alla tutela del proprio sviluppo fisico, psichico e relazionale. Il bambino ha diritto alla sua vita di relazione anche nei casi in cui necessiti di isolamento. Il bambino ha diritto a non essere trattato con mezzi di contenzione.
    7. Il bambino ha diritto ad essere informato sulle proprie condizioni di salute e sulle procedure a cui verrà sottoposto, con un linguaggio comprensibile ed adeguato al suo sviluppo ed alla sua maturazione. Ha diritto ad esprimere liberamente la sua opinione su ogni questione che lo interessa. Le opinioni del bambino devono essere prese in considerazione tenendo conto della sua età e del grado di maturazione.
    8. Il bambino ha diritto ad essere coinvolto nel processo di espressione dell’assenso/dissenso alle pratiche sanitarie che lo riguardano.
    9. Il bambino ha diritto ad essere coinvolto nel processo di espressione dell’assenso/dissenso ad entrare in un progetto di ricerca – sperimentazione clinica.
    10. Il bambino ha diritto a manifestare il proprio disagio e la propria sofferenza. Ha diritto ad essere sottoposto agli interventi meno invasivi e dolorosi.
    11. Il bambino ha diritto ad essere protetto da ogni forma di violenza, di oltraggio o di brutalità fisica o mentale, di abbandono o di negligenza, di maltrattamento o di sfruttamento, compresa la violenza sessuale.
    12. Il bambino ha diritto ad essere educato ad eseguire il più possibile autonomamente gli interventi di “auto-cura” e in caso di malattia ad acquisire la consapevolezza dei segni e dei sintomi specifici.
    13. Il minore ha diritto di usufruire di un rapporto riservato paziente- medico, ha diritto altresì di chiedere e di ricevere informazioni che lo aiutino a comprendere la propria sessualità.
    14. Il bambino e la famiglia hanno diritto alla partecipazione.       

Carta dei Diritti dei BAMBINI e delle BAMBINE in OSPEDALE

Uno dei diritti fondamentali, soprattutto dei bambini, è il diritto alle migliori cure mediche possibili. (UNESCO) Carta Europea per la tutela educativa di bambini ed adolescenti malati curati in ospedale o in assistenza domiciliare
   1. Ogni bambino o adolescente malato ha diritto a ricevere una educazione, sia a casa che in ospedale.
   2. Lo scopo di questa attività è quello di far proseguire a bambini ed adolescenti il proprio percorso formativo, consentendo loro di continuare a vivere il proprio ruolo di studenti.
   3. La scuola in ospedale, creando una comunità di bambini ed adolescenti, favorisce la normalità nella vita quotidiana. L’educazione ospedaliera può svolgersi in gruppi classe, come insegnamento individualizzato e/o direttamente in camera di degenza.
   4. L’insegnamento domiciliare e quello svolto in ospedale devono adattarsi ai bisogni ed alle capacità di ogni bambino o adolescente e verranno svolti in collaborazione con la scuola di appartenenza.
   5. L’ambiente di apprendimento deve essere adattato ai bisogni di bambini ed adolescenti malati. Le tecnologie della informazione e della comunicazione potranno esssere usate anche per prevenire forme di isolamento.
   6. Le attività didattiche faranno uso di una pluralità di risorse e metodi. I contenuti del curricolo formativo tradizionale potranno essere ampliati con aspetti relativi a particolari bisogni che derivano dall’ospedalizzazione o dalla malattia.
   7. Gli insegnanti che operano in ospedale ed in assistenza domiciliare devono essere pienamente qualificati per questo lavoro e avere accesso ad ulteriori percorsi di formazione in servizio.
   8. Gli insegnanti di bambini ed adolescenti malati sono a pieno titolo membri dell’équipe multidisciplinare di cura e fungono da collegamento tra il bambino o adolescente malato e la sua scuola di appartenenza.
   9. I genitori devono essere informati del diritto all’istruzione scolastica e delle opportunità educative per il proprio bambino o adolescente malato. Essi saranno considerati partner responsabili ed attivi di questi progetti.
  10. L’integrità personale di ogni bambino o adolescente dovrà sempre essere rispettata.

Particolare attenzione verrà posta alla tutela delle informazioni mediche e al rispetto di ogni forma di credenza personale.
Promulgata dalla Assemblea Generale di H.O.P.E. Barcellona, 20 Maggio 2000 www.hospitalteachers.eu
Carta di Ledha
   1. Un bambino o una bambina saranno ricoverati in ospedale solo se le cure di cui hanno bisogno non possono essere assicurate, con la stessa efficacia, a casa o in regime di day hospital.
   2. Un bambino o una bambina ricoverati in ospedale avranno diritto alla vicinanza dei propri genitori o di altre persone amiche in ogni momento della giornata.
   3. I genitori verranno accolti all’interno del reparto e saranno aiutati e incoraggiati a rimanervi. Essi saranno messi in condizione di non dovrer affrontare spese aggiuntive o subire perdite economiche. Per partecipare alla cura del proprio figlio, i genitori saranno informati riguardo ai tempi e ai ritmi della vita del reparto e la loro attiva collaborazione sarà incoraggiata.
   4. Bambini e genitori hanno diritto a ricevere informazioni in modo adeguato alle proprie conoscenze e capacità di comprensione. Il personale cercherà di minimizzare lo stress fisico ed emotivo conseguente al ricovero ed alla lunga ospedalizzazione.
   5. Bambini e genitori hanno il diritto a partecipare consapevolmente alle decisioni sanitarie che li riguardano. Ad ogni bambino o bambina saranno evitate cure mediche ed esami superflui.
   6. Un bambino o una bambina ricoverati saranno curati assieme ad altri bambini che hanno le stesse esigenze di crescita e sviluppo e non saranno inseriti in reparti per adulti. Non viene posto nessun limite all’età dei visitatori dei bambini ricoverati.
   7. Un bambino o una bambina ricoverati avranno la possibilità di giocare, divertirsi e lavorare in maniera adeguata alla loro età e condizione medica. Avranno la possibilità di vivere in un ambiente pensato e attrezzato per le loro esigenze in questo senso.
   8. Bambini o bambine saranno seguiti da uno staff adeguatamente preparato in grado di affrontare i bisogni fisici, emotivi, e di crescita dell’intero nucleo familiare.
   9. Continuità e costanza nelle cure sarà assicurata dall’equipe del reparto.
  10. Bambini e bambine ricoverati saranno trattati con tatto e comprensione; la loro privacy sarà rispettata in ogni momento.
fonte: EACH – European Association for Children in Hospital 

Radio Hinterland Genitori 3.0

Mi sono sentita onorata quando Gabriele Pugliese, il conduttore della tramissione radiofonica, in onda su Radio Hinterland dal titolo: Genitori 3.0  il sabato mattina dalle 9:00 alle 10:00, mi ha telefonato dicendomi che avrebbe avuto piacere ad avermi come ospite.

Il tema centrale della puntata era il decalogo che avevo pensato per aiutare i genitori ad affrontare una possibile malattia o ricovero  del loro bambino.

Se cliccate qui sotto potrete trovare l’intera :

                                   trasmissione radiofonica genitori 3.0

Buon ascolto!

Sarebbe carino ricevere qualche riflessione.

I ragazzi della Fibrosi Cistica

RESILIENZA ed ELASTICITA’ MENTALE

La FIBROSI CISTICA è la malattia genetica mortale più comune che colpisce bambini e giovani adulti in Italia.

Non esiste una cura risolutiva, ma l’utilizzo di alcuni approcci terapeutici è utile per garantire loro uno standard di vita elevato.

E’ una patologia che colpisce molti organi, ma in particolari modo l’apparato digerente e i polmoni.

Un po’ di numeri:

  • Ogni 2.500-3.000 dei bambini nati in Italia, uno è affetto da FC (200 nuovi casi all’anno).
  • Quasi 4.500 bambini, adolescenti e adulti affetti da FC frequentano cliniche specializzate in Italia.

Grazie ai continui progressi nelle cure, oggi un ragazzo affetto da Fibrosi ha un’aspettativa di vita di 40 anni ed il 4% di loro supera quest’età.

PERCHE’ VI PARLO DI FIBROSI CISTICA?

Per molti anni ho frequentato, in veste di MissTrilli, il mio clowndottore, la CIinica De Marchi di Milano e ho incontrato e conosciuto molti bambini, ragazzi affetti da questa patologia.

In questi giorni c’è la campagna per la raccolta fondi per la ricerca per questa malattia. Perché non parlarne?

fibrosi cistina

Nella testa mi tornano in mente i visi e le risate di questi ragazzi…i lunedì pomeriggi insieme!

Oggi alcuni di loro ci hanno lasciato, altri sono ancora qui che lottano, anche per loro.

La cosa che più mi ha colpito di loro è la loro capacità di RIALZARSI, di COMBATTERE, di TROVARE STIMOLI, di NON ABBATTERSI, di CERCARE UNA O PIU’ SOLUZIONI e di RACCONTARSI TRA DI LORO!

Molti di loro sono dei veri lottatori che si prendono la vita che gli è concessa e cercano di godersela “fino all’ultimo respiro”.

Nel corso degli anni le ore di terapie e fisioterapie, i lunghi ricoveri li ha portati ad avere una certa consapevolezza della malattia e proprio da quel punto sono partiti per cercare una vita possibile.

Ci sono giorni brutti ma anche serate fuori con gli amici, amori, avventure, viaggi, sport, matrimoni, bambini, animali, scherzi, feste, scuola, università, lavoro, famiglia,…

Penso che tutti dovremmo imparare da loro a vivere giorno per giorno, respiro per respiro, cercando il più possibile di rialzarci davanti alle avversità.

Per tutti questi ragazzi e per quelli che stanno nascendo oggi, affetti da questa patologia vi invito a mandare un sms con il vostro telefonino.

Grazie

Più respiro, più vita

fibrosi cistica

 

Depressione

depressione lacrima

 Sono triste?                    

Sono depresso?

Che cos’è la depressione?                

cosa posso fare?                    

quale terapia?

 

 

 

1. CHE COS’E’ LA DEPRESSIONE?

Tutti nella vita abbiamo avuto periodi difficili o giornate storte. In questi momenti proviamo tristezza, ma questo no significa che soffriamo di depressione.

La depressione è un’alterazione cronica dell’umore contraddistinta da tristezza, riduzione dell’interesse e delle attività (apatia), senso di solitudine, senso di colpa e incapacità di provare piacere (anedonia).

Chi ne è colpito prova un senso di noia continuo, di difficoltà nello svolgimento delle normali attività, tutto sembra essere difficile e privo di interesse. Il distacco affettivo verso i familiari e le persone care diventa sempre più forte così come la sensazione di sentirsi aridi e vuoti, privi di sentimenti.

Diventa tutto pesante e faticoso, muoversi, parlare, esprimere le proprie idee.

Questo stato viene comunemente chiamato Depressione ma scientificamente parlando viene denominato Depressione Maggiore.

depressione2. QUALI SONO I SINTOMI?

  • umore depresso o tristezza per la maggior parte del giorno;
  • ridotta capacità di trarre piacere dalle attività che in passato procuravano gioia e soddisfazione;
  • senso di fatica e sensazione di non farcela nelle attività quotidiane;
  • sensi di colpa, autocritica, autosvalutazione e sensazione di essere un fallito;
  • mancanza di speranza e pianto;
  • pensieri negativi e idee di morte;
  • irritabilità;
  • difficoltà a prestare attenzione, a concentrarsi e a prendere decisioni;
  • sonnolenza e aumento della durata del sonno;
  • risvegli notturni angosciosi, con difficoltà a riprendere sonno;
  • inappetenza o, in rari casi, aumento dell’assunzione di cibo;
  • ridotto desiderio sessuale.

Non è necessario presentare tutti questi sintomi per ricevere una diagnosi di depressione maggiore.

2. QUALI SONO LE EMOZIONI CHE CARATTERIZZANO LA DEPRESSIONE?

  • tristezza,
  • angoscia,
  • disperazione,
  • colpa,
  • ansia.

depressi

 

 

 

3.CONSEGUENZE DELLA DEPRESSIONE

La depressione si può ripercuotere  sulla vita quotidiana:

  • L’attività scolastica o lavorativa può diminuire di qualità e di quantità.
  • Il ritiro sociale può portare a possibili difficoltà di carattere relazionale con partner/amici/parenti
  • Peggiora anche il rapporto con se stessi sia a livello di autostima che a livello di cura personale.

 

 

 

TERAPIA DEPRESSIONE

 

4.TERAPIA COGNITIVO COMPORTAMENTALE

Alcuni studi hanno sottolineato che questo tipo di terapia può portare ad una diminuzione dei sintomi entro le 20 sedute per il 75% dei pazienti. Se alla terapia viene abbinata un trattamento farmacologico, la riduzione della sintomatologia è presente nell’85% dei pazienti.

Il terapeuta, insieme al paziente, ha come obiettivo quello di alleviare il disagio emotivo lavorando:

  • Sulle errate convinzioni sul sé, sul mondo e sul futuro
  • Sui comportamenti di autosconfitta
  • Sugli atteggiamenti disfunzionali

Questo li porterà a identificare e a rompere i circoli viziosi che alimentano la depressione.

5. TERAPIA CON L’UTILIZZO DELL’EMDR

L’EMDR (Desensibilizzazione e Rielaborazione attraverso i Movimenti Oculari) è un metodo psicoterapico che permette un’elaborazione rapida dell’esperienza negativa e porta il paziente ad una sua risoluzione adattiva.